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Apple DMA: compliance dichiarata, ma ora chiede di rivedere le regole UE

Pubblicato da Fabio Ambrosi il 27/09/2025 - 17:30
Apple e DMA: Apple contro l'Unione Europea

Apple DMA: Apple dice di rispettare le regole ma sollecita Bruxelles a rivedere il DMA. Impatti concreti per utenti e sviluppatori in Europa, tra sideloading e pagamenti terzi.

Apple e il DMA: cos’è e perché conta

Il Digital Markets Act è il regolamento europeo nato per rendere “contestabili e leali” i mercati digitali: impone obblighi ex ante ai cosiddetti gatekeeper, le grandi piattaforme che fanno da snodo tra utenti e imprese. Stabilisce, tra le altre cose, divieti di auto-preferenza, obblighi di interoperabilità, libertà di “steering” per gli sviluppatori (poter indirizzare gli utenti a offerte alternative) e apertura a sistemi di pagamento terzi. Nel 2023 la Commissione ha designato sei gatekeeper; nel 2024 ha incluso anche iPadOS tra i servizi di Apple soggetti a DMA. In pratica, il legislatore europeo vuole evitare che un’unica piattaforma controlli accesso, regole e ricavi dell’intero ecosistema. Per il lettore: il DMA non è “contro” un’azienda specifica ma contro pratiche considerate dannose per concorrenza e consumatori. È in questo quadro che si inserisce il confronto Apple DMA, cioè l’applicazione delle regole al modello iOS/App Store e ai servizi collegati.

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Apple DMA: cosa impone alle aziende e agli sviluppatori

Apple e DMA: Apple contro l’Unione Europea pubblicare app via marketplace alternativi o, in certi casi, dal proprio sito in UE. Per i gatekeeper come Apple significa accettare browser engine non proprietari, offrire opzioni per cambiare servizi predefiniti e assicurare interoperabilità ragionevole. Sul fronte App Store, Bruxelles ha già contestato clausole anti-steering; nell’aprile 2025 ha inflitto a Cupertino una sanzione da 500 milioni di euro per inadempienze, ordinando la rimozione di restrizioni tecniche e commerciali. Questo è il cuore del confronto Apple DMA: come rispettare la lettera della legge senza snaturare l’architettura di sicurezza e di business dell’ecosistema.

Apple Digital Market App: cosa cambia per gli utenti?
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Apple DMA: cosa cambia per gli utenti UE

Lato utente le novità sono visibili e concrete: su iPhone e iPad in UE si possono installare marketplace alternativi oltre all’App Store e, da versioni recenti, anche scaricare app direttamente dai siti degli sviluppatori. Apple ha introdotto un processo di “Notarization” come controllo minimo d’integrità e le “installation sheets” informative ma alcune funzioni collegate all’App Store (per esempio Ask to Buy o la condivisione acquisti in Famiglia) non si applicano quando si usa una via alternativa. Tradotto: più libertà d’installazione ma anche più responsabilità nella scelta delle fonti e nella gestione dei pagamenti. È parte della transizione regolatoria seguita al DMA e uno dei principali terreni di scontro nel dialogo Apple DMA.

La mossa di Cupertino: la nota pubblica e il pressing su Bruxelles

Il 24 settembre 2025 Apple ha pubblicato una nota che elenca impatti del DMA per gli utenti europei e lamenta ritardi nel rilascio di alcune funzioni in UE. L’azienda sostiene che le richieste di interoperabilità e apertura stiano causando slittamenti su iPhone Mirroring, Live Translation con AirPods e funzioni di Apple Maps come Visited Places e Preferred Routes; accusa inoltre di maggiori rischi legati a sideloading, marketplace terzi e sistemi di pagamento non Apple. Poche ore dopo sono arrivate le ricostruzioni giornalistiche: Apple, pur ribadendo di essere conforme, ha chiesto alla Commissione di riconsiderare o persino abrogare il DMA, agganciandosi alla consultazione pubblica in corso. Bruxelles ha replicato che “la compliance non è opzionale”. Il confronto Apple DMA entra così in una fase più politica, con scambi pubblici e dossier tecnici paralleli.

Il quadro UE: ispezioni, sanzioni e prima revisione del DMA

Il 23 aprile 2025 la Commissione ha emesso le prime decisioni di non conformità sotto il DMA contro Apple e Meta, con multe rispettivamente da 500 e 200 milioni, ordinando correzioni entro 60 giorni. In parallelo, da luglio a settembre 2025, Bruxelles ha aperto la prima revisione del regolamento, consultando imprese e cittadini con chiusura al 24 settembre 2025. È in questo contesto che Apple ha formalizzato i suoi rilievi. L’esito della revisione finirà in una relazione al Parlamento e al Consiglio entro maggio 2026, ma la linea espressa dai portavoce resta netta: le regole vanno applicate e, se del caso, raffinate, non smontate. Sullo sfondo del confronto Apple DMA c’è dunque un processo istituzionale ordinario che può portare a chiarimenti e linee guida, più che a strappi.

Pagamenti terzi e costi: oltre lo slogan

L’apertura ai pagamenti esterni non è un “far west”: comporta oneri di integrazione, gestione rimborsi e conformità a regole fiscali e antiriciclaggio. Apple, con i nuovi termini UE, ha introdotto l’Alternative Terms Addendum e il Core Technology Fee (CTF) per app ad altissimo volume: 0,50 € per ogni “first annual install” oltre 1 milione, calcolato su base rolling di 12 mesi. Apple stima che meno dell’1% degli sviluppatori pagherà il CTF. Per chi vende contenuti ad abbonamento può convenire spingere gli acquisti sul web, ma bisogna considerare la perdita di alcune funzionalità native e i costi di customer care. Anche queste scelte, seppur legittime, rientrano nel perimetro Apple DMA: più aperture per gli sviluppatori, più variabili economiche da gestire.

Marketplace alternativi e sideloading: rischi reali e contromisure

Più canali di distribuzione significa più superfici d’attacco: phishing via “app civetta”, store poco vigilati, PSP non certificati. Apple ha introdotto Notarization per alzare l’asticella minima e schede d’installazione per informare l’utente, ma avverte che app inadatte ai minori, gioco d’azzardo o contenuti non ammessi in App Store possono ora arrivare su iPhone in UE da canali terzi. Dall’altra parte, la Commissione ribadisce che il DMA non impone l’abbassamento degli standard di sicurezza, ma un rafforzamento della scelta informata e della concorrenza. In breve: i rischi ci sono, la mitigazione pure. L’utente deve imparare a riconoscere store affidabili, leggere le schede, impostare i limiti di età e valutare le tutele offerte dal canale di acquisto. Anche questo è Apple DMA nella pratica quotidiana.

Sicurezza, interoperabilità e ritardi: cosa c’è davvero in gioco

Nel merito tecnico, Apple sostiene che alcune funzioni sarebbero ritardate perché l’interoperabilità richiesta dal DMA comporta dover farle funzionare su prodotti e app non Apple senza compromessi sul trattamento locale dei dati. Esempi: Live Translation con AirPods richiede salvaguardie quando si usano auricolari terzi; iPhone Mirroring impatta il perimetro dei dati su iPhone; in Mappe, Visited Places e Preferred Routes pongono rischi di esposizione dati se estese a sviluppatori esterni. La Commissione replica che nulla nel DMA obbliga ad abbassare gli standard di privacy: chiede solo di rimuovere vincoli ingiustificati alla concorrenza e di fornire interfacce ragionevoli. Il punto è dove fissare l’asticella tra “sicurezza” e “chiusura”. La partita Apple DMA si gioca qui: documentare rischi, proporre soluzioni proporzionate, evitare over-blocking. Apple+1

Impatti per l’Italia: concorrenza, minori, consumatori

Per gli utenti italiani il nuovo assetto significa più scelte su dove scaricare e pagare e prezzi potenzialmente più competitivi per abbonamenti media, musica, giochi e produttività. Per le famiglie, però, alcuni controlli legati all’App Store non seguono l’utente fuori dall’ecosistema acquisti, quindi conviene impostare limiti di età su iPhone/iPad e preferire store con policy chiare su rimborsi e moderazione. Per gli sviluppatori e le PMI italiane l’Apple DMA può ridurre dipendenze da store unici e commissioni ma introduce il tema del CTF per chi scala molto velocemente. Per i regolatori nazionali, il coordinamento con DSA e tutela minori resta centrale: trasparenza ADV, interfacce leali e gestione rischi sistemici. Il messaggio: sfruttare le aperture del DMA mantenendo alta la soglia di sicurezza e alfabetizzazione digitale.

Prossime tappe per Apple DMA e utenti

La consultazione della Commissione si è chiusa il 24 settembre 2025; ora seguirà l’analisi dei contributi e, nel 2026, una relazione alle istituzioni UE con eventuali proposte di aggiustamento. Sul fronte enforcement, se l’azienda non rispetta le decisioni entro i tempi indicati, sono possibili penalità periodiche fino al 10% del fatturato globale. In parallelo, prosegue il contenzioso antitrust “classico” sul caso Spotify: multa UE del 4 marzo 2024, con ricorso di Apple pendente. Nel breve periodo è realistico attendersi ulteriori chiarimenti tecnici su interoperabilità, steering e pagamenti, e possibili aggiornamenti dei termini per sviluppatori. Per utenti e imprese in Italia la linea operativa resta doppia: cogliere i benefici concorrenziali e pretendere massima trasparenza da tutti gli attori della filiera app. Fin qui, l’Apple DMA è un cantiere aperto.


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