Il chat control europeo è la proposta di regolamento dell’Unione Europea che obbligherebbe piattaforme e servizi di comunicazione a eseguire, su ordine delle autorità, scansioni mirate dei contenuti per prevenire e reprimere gli abusi sessuali su minori. L’idea nasce nel 2022 con la Commissione e il cui dibattito si è riacceso nell’estate 2025: i governi stanno cercando una posizione comune per avviare il negoziato finale con il Parlamento europeo. Il cuore del dibattito è chiaro: gli “ordini di rilevazione e scansione delle chat private” potrebbero richiedere controlli su messaggi, foto e video persino prima della cifratura end-to-end, soluzione contestata da garanti, tecnologi e molte imprese. Il Parlamento ha già messo dei paletti per evitare sorveglianza di massa e proteggere la cifratura, mentre nel Consiglio il fronte è diviso. Per gli utenti significa che le chat potranno essere scansionate quando un’autorità lo dispone, entro limiti e tutele ancora da definire. In questo articolo spieghiamo come funziona, chi sostiene la proposta di legge, chi si oppone, quando potrebbe entrare in vigore e quali app e software rischiano blocchi o modifiche per essere conformi alla direttiva.
Chat control europeo: chi propone cosa e perché se ne parla ora
La proposta di regolamento (COM(2022) 209) crea un quadro permanente per combattere materiale pedopornografico e adescamento online, sostituendo l’attuale regime temporaneo che consente ai provider di rilevare e segnalare volontariamente contenuti illeciti. Il testo introduce valutazioni del rischio per i servizi digitali, canali di segnalazione, ordini di rimozione e, soprattutto, un meccanismo di “ordini di rilevazione” rilasciati da autorità nazionali con controllo giurisdizionale. È previsto anche un Centro UE dedicato a ricevere e smistare le segnalazioni. La discussione è tornata in auge nel 2025 perché diversi Stati membri puntano a chiudere una posizione del Consiglio, necessaria per iniziare il trilogo con l’Europarlamento che, nel 2023, ha già approvato una linea contraria alla sorveglianza indiscriminata. In breve: le tue chat potranno essere scansionate su ordine delle autorità, ma i confini di tali ordini sono ancora oggetto di negoziato politico e giuridico.
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Chat control europeo: cosa prevedono nel dettaglio gli ordini di rilevazione
Gli ordini di rilevazione sono misure mirate e limitate nel tempo che impongono ai servizi obblighi tecnici per individuare tre categorie: contenuti noti di abuso (hash già catalogati), contenuti “nuovi” sospetti e tentativi di adescamento. Per i sostenitori si tratta di uno strumento proporzionato contro reti criminali; per i critici aprono invece la porta a scansioni e a sorveglianze di massa, specie se applicati ai servizi con crittografia end-to-end. In pratica per conciliare l’obbligo di rilevazione con la cifratura molti scenari ipotizzano controlli lato dispositivo prima che i dati vengano cifrati, o filtri di upload a monte. Il Parlamento, nella sua posizione, chiede divieti espliciti contro la scansione indiscriminata e la protezione della cifratura; i garanti europei (EDPB/EDPS) avvertono che misure non strettamente mirate sarebbero incompatibili con i diritti fondamentali. Il testo include anche ordini di rimozione e, in ultima ratio, blocchi d’accesso per chi non rispetta obblighi legittimi.

Chat control europeo: iter, tempi e quando può entrare in vigore
Il percorso è il classico: proposta della Commissione, posizione del Parlamento, posizione del Consiglio e poi triloghi per il testo finale. Il Parlamento ha fissato paletti nel novembre 2023; il Consiglio, invece, non ha ancora una maggioranza qualificata stabile. Gli Stati nazionali stanno lavorando a un possibile “general approach” con voto politico a metà ottobre 2025. Se i governi convergono iniziano i negoziati interistituzionali. L’entrata in vigore avverrebbe 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE; l’applicazione concreta richiederebbe mesi perché servono linee guida, standard tecnici e l’avvio del Centro UE. Tradotto: anche con un accordo politico entro il 2025 le prime misure operative arriverebbero nel 2026 con fasi transitorie più lunghe per la parte tecnologica (rilevazione certificata, requisiti per gli app store, governance del rischio). La finestra temporale resta quindi aperta, ma non immediata.
Chat control europeo: chi è favorevole e chi contrario: partiti, governi e autorità indipendenti
Nel Parlamento europeo i Popolari spingono per regole incisive contro il CSAM, parte di Renew è favorevole con tutele, i Socialisti risultano divisi tra sicurezza e privacy, mentre Verdi e Sinistra sono contrari alla scansione preventiva, specie se tocca la crittografia end-to-end. Nei governi la mappa è variopinta e fluida: la spinta danese resta forte ma nelle ultime settimane alcuni Stati hanno rivisto la posizione o sono diventati “indecisi” prima del voto di ottobre. Germania e Belgio risultano oscillanti; Italia e Svezia sono segnalate come indecise; altri dodici Stati, secondo ricostruzioni stampa, restano favorevoli. I garanti europei della privacy, insieme a ONG e centinaia di accademici, chiedono di evitare qualsiasi misura che equivalga a sorveglianza di massa. La fotografia non è definitiva ma mostra un’Europa spaccata fra tutela dei minori e protezione della riservatezza delle comunicazioni.
Impatto pratico: app e software a rischio blocchi o modifiche per essere conformi
Quali conseguenze per le app in caso di entrata in vigore del “Chat control europeo”? Le app con crittografia end-to-end sono le più esposte. Se un ordine imponesse rilevazione su contenuti cifrati i provider dovrebbero introdurre controlli prima della cifratura o filtri di upload: per Signal sarebbe inaccettabile e comporterebbe l’uscita dal mercato UE; Tuta (ex Tutanota) ha preannunciato azioni legali; WhatsApp e Threema segnalano rischi per la sicurezza se la cifratura viene aggirata. Oltre alla messaggistica, sono interessati servizi di hosting, cloud con cifratura forte e app store (per i requisiti di età e parental control). Sul fronte sanzionatorio le bozze prevedono multe e, in casi estremi, ordini di blocco per chi non rispetta obblighi legittimi. In sintesi: alcune app potrebbero modificare architettura e policy di upload per “compliance”, limitarne funzioni in Europa o, nei casi più estremi, lasciare il mercato. Molto dipenderà dai limiti tecnici e giuridici effettivi degli ordini di rilevazione nel testo finale.

Cosa cambia per gli utenti in Italia: scenari, tempistiche e preparazione
Cosa cambia se dovesse entrare in vigore la direttiva sul “Chat control europeo”? Per gli utenti italiani lo scenario più probabile nel breve periodo è di status quo: finché non c’è una posizione del Consiglio e un accordo col Parlamento, nulla cambia nelle impostazioni delle app. Se il negoziato andasse avanti nel 2026 potrebbero arrivare nuovi obblighi: informative più dettagliate, canali di segnalazione visibili, controlli più serrati sugli store e, nei casi in cui un’autorità lo disponga, scansioni mirate dei contenuti. Le app che scelgono l’adeguamento potrebbero introdurre filtri lato client o di upload; quelle contrarie valuterebbero limiti territoriali o l’uscita dall’UE. Per orientarsi, conviene: aggiornare le app, attivare impostazioni di sicurezza, adottare pratiche minime di igiene digitale e seguire fonti istituzionali affidabili. La posta in gioco del chat control europeo è alta: ridurre gli abusi senza intaccare la riservatezza delle comunicazioni legittime è possibile solo con ordini di rilevazione realmente mirati, trasparenti e verificabili.