Clonare la voce umana è possibile e, grazie all’intelligenza artificiale, non è difficile creare dei cloni vocali di cantanti e personaggi famosi. Negli ultimi tempi un certo tipo di musica è diventato onnipresente su TikTok: video di musicisti celebri e famosi che reinterpretano brani di altri artisti con risultati e duetti sorprendenti. Stiamo parlando, ad esempio, di Drake che canta una canzone di Colbie Caillat, Michael Jackson che interpreta The Weeknd o infine Pop Smoke che canta “In Ha Mood” di Ice Spice. In realtà questi artisti non hanno eseguito davvero le canzoni ma è stata usata l’intelligenza artificiale per generare duetti improbabili. È il fenomeno dei cloni vocali che in queste settimane stanno spopolando su TikTok. I video risultanti hanno ottenuto decine di milioni di visualizzazioni sui social network e ora le case discografiche si interrogano: c’è una violazione del diritto d’autore oppure no?
Viralità grazie all’Intelligenza Artificiale: il caso dei cloni vocali generati da Jered Chavez su TikTok
Ma di cosa stiamo parlando? Cosa sono i cloni vocali e perché stanno spopolando su TikTok? Jered Chavez (instagram, tiktok), uno studente universitario della Florida, ha ottenuto un enorme successo con un video virale verso la fine marzo quando ha pubblicato una clip in cui Drake, Kendrick Lamar e Ye (precedentemente noto come Kanye West) cantano “Fukashigi no Karte”, tema di una serie anime. Da allora Chavez ha prodotto numerosi video del genere ottenendo milioni di visualizzazioni su TikTok, creando versioni a cappella di canzoni eseguite da modelli di intelligenza artificiale addestrati per imitare le voci dei musicisti più famosi al mondo. Ecco, questi sono i così detti “cloni vocali” e stanno spopolando in questo periodo su tiktok. Le conseguenze legali però sono molto incertezze: è legale clonare la voce di personaggi famosi per creare nuova musica? Si viola il diritto d’autore?
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@jeredsucks drake, kendrick, and ye sing fukashigi no carte,, should i finish the whole song ? #drake #kendricklamar #kanyewest #ai #aivoice #fukashiginocarte #drakeai #kanyeai #kendrickai #katarenainemurenaitoroimerai #anime ♬ original sound – jered
L’intelligenza artificiale sta violando il diritto d’autore? Il ruolo dei cloni vocali e la violazione del copyright
Finora le piattaforme non hanno rimosso i video di Chavez e i video musicali realizzati con i cloni vocali sono ancora pubblicati su TikTok, Presto però i social network più famosi potrebbero decidere di intervenire se gli artisti coinvolti e le loro case discografiche riusciranno a trovare un modo – e delle pezze legali – per bloccare questo fenomeno. Le case discografiche stanno già facendo rimuovere la musica generata dalle intelligenze artificiali dalle piattaforme di streaming citando violazioni del copyright. Gli esperti legali, tuttavia, sostengono che la questione sia tutt’altro che semplice.
Copyright e cloni vocali AI: una questione complessa
Cloni vocali, intelligenza artificiale e violazione del diritto d’autore…la questione è spinosa. Il problema nel far valere il diritto d’autore per rimuovere brani come “Heart on My Sleeve” e “Winter’s Cold” è che questi non copiano nulla di concretamente protetto dalla legge. Le canzoni sono realizzate da un essere umano e poi inserite in un software di clonazione vocale. La voce, lo stile o il flow di un artista però non sono protetti dal copyright. Se un artista emergente scrivesse i propri testi, realizzasse un semplice beat, registrasse le voci (con la tecnica dei cloni vocali) e le desse in pasto all’intelligenza artificiale chiedendo di produrre qualcosa di simile a “The Weeknd”, non ci sarebbe alcuna opera esistente copiata. Promuovere il nuovo brano come una canzone di “The Weeknd” sarebbe ovviamente rischioso ma si avvicinerebbe più a una questione di branding piuttosto che di copyright.
Le implicazioni future delle tecnologie AI
Gli esperti ritengono che i cloni vocali generati usando l’intelligenza artificiale diventeranno sempre più comuni e diffusi in futuro e la battaglia legale per proteggere i diritti degli artisti e i loro brand si intensificherà. La questione principale riguarda l’equilibrio tra la tutela dei diritti d’autore e il diritto alla libertà di espressione e creatività. In un mondo in cui le tecnologie AI avanzate sono sempre più accessibili, il confine tra arte originale e arte generata dall’IA diventa sfumato. Dovremo forse riconsiderare il nostro concetto di creatività e autenticità nell’era digitale.
Il potere dell’IA e il rischio dell’abuso
Mentre l’IA può offrire possibilità illimitate per nuovi modi di creare e condividere contenuti sorge anche il rischio di abuso di queste tecnologie. Gli strumenti AI potrebbero essere utilizzati per manipolare le opinioni pubbliche o per creare materiale diffamatorio mettendo a repentaglio la reputazione delle persone coinvolte. Non è difficile (e nemmeno costoso) campionare la voce di qualcuno per far dire quello che si vuole (si veda ad esempio questo servizio pubblico e disponibile a tutti). Immaginate di ascoltare la voce di un vostro amico campionata con la tecnica dei cloni vocali che magari dice cose diffamatorie o non vere. Immaginate di essere voi stessi campionati e “sputtanati” in giro.
Il ruolo delle piattaforme nella regolamentazione del contenuto generato dall’IA
Piattaforme come TikTok, YouTube e Instagram dovranno affrontare la sfida di regolamentare il contenuto generato dall’IA e dovranno certamente gestire fenomeni come quello dei cloni vocali che abbiamo visto in questo articolo. Dovranno decidere se e come proteggere i diritti degli artisti e dei marchi oltre che delle persone stesse senza soffocare la creatività degli utenti. Potrebbe essere necessario sviluppare nuovi criteri e linee guida per affrontare queste sfide emergenti.
Una nuova era per la creatività e la produzione musicale
Nonostante le preoccupazioni legali e le possibili implicazioni negative, l’intelligenza artificiale ha il potenziale di rivoluzionare la produzione musicale e la creatività. Gli artisti potrebbero utilizzare l’IA per creare nuove forme di musica, collaborare con altri musicisti in modo inaspettato e persino generare automaticamente musica per film, videogiochi e altri media. La sfida sarà trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti d’autore e il nutrimento della creatività nell’era dell’intelligenza artificiale.