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La legge italiana sull’IA 2025 entra in vigore: cosa cambia da ottobre

Pubblicato da Fabio Ambrosi il 29/09/2025 - 09:11
Legge italiana sull'IA 2025: cosa cambia per privati e aziende dal 10 ottobre 2025

Dal 10 ottobre 2025 entra in vigore in Italia la legge italiana IA 2025, che definisce principi, cornici settoriali e deleghe per ricerca, sviluppo e uso dell’intelligenza artificiale, coordinandosi con l’AI Act europeo. Il provvedimento introduce regole chiare per professioni intellettuali (uso solo strumentale e informativa al cliente), fissa paletti per Pubblica Amministrazione e giustizia (tracciabilità, responsabilità umana), interviene su diritto d’autore e prevede nuove fattispecie penali legate alla diffusione di contenuti sintetici. Nel frattempo, a livello UE sono già scattati i divieti per pratiche a rischio inaccettabile e, da agosto 2025, gli obblighi per i modelli di uso generale. In questa guida: cosa prevede la norma, a chi si applica, le date chiave e gli impatti pratici per studi, freelance e PMI.

La legge italiana IA 2025 entra in vigore: cosa cambia dal 10 ottobre

La legge italiana IA 2025 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 223 del 25 settembre 2025 e scatta il 10 ottobre 2025. La norma stabilisce finalità e principi per ricerca, sperimentazione, sviluppo e adozione dei sistemi e dei modelli di IA, richiamando esplicitamente l’AI Act e chiarendo che non crea ulteriori obblighi tecnici rispetto al regolamento UE. Vengono rafforzati i capisaldi di trasparenza, controllo umano, cybersicurezza lungo il ciclo di vita, accessibilità per le persone con disabilità e tutela della riservatezza. Il testo è strutturato in capi tematici e contiene anche deleghe al Governo per emanare decreti attuativi, così da raccordare la cornice nazionale con le scadenze europee già in corso. Per operatori pubblici e privati significa dover allineare procedure, informative e governance interne già a partire da ottobre.

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La legge italiana IA 2025 nel calendario dell’AI Act UE: date e scadenze

Il regolamento europeo (UE) 2024/1689 è entrato in vigore il 1 agosto 2024, con applicazione graduale: divieti per pratiche a rischio inaccettabile e alfabetizzazione all’IA dal 2 febbraio 2025; obblighi di governance e requisiti per i modelli di uso generale (GPAI) dal 2 agosto 2025; piena applicazione per la maggior parte degli obblighi dal 2 agosto 2026. Per i sistemi ad alto rischio incorporati in prodotti regolati, la transizione arriva al 2 agosto 2027. La legge italiana IA 2025 non sovrascrive tali scadenze: offre cornici nazionali complementari e rinvia all’AI Act per i requisiti tecnici, evitando duplicazioni e incertezze interpretative. Per chi sviluppa o utilizza tool di IA in Italia, la bussola resta quindi europea, con appoggi e specifiche italiane su settori e responsabilità.

Professioni intellettuali: cosa cambia con la legge italiana IA 2025

Per avvocati, commercialisti, consulenti, notai e altri professionisti, la legge italiana IA 2025 fissa un perimetro netto: l’IA può essere impiegata solo per attività strumentali e di supporto, con prevalenza del lavoro intellettuale umano. Nasce inoltre un obbligo di informare il cliente, con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo, sui sistemi di IA utilizzati nella prestazione. Sul fronte del lavoro la norma raccorda gli obblighi informativi già previsti in caso di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati, imponendo trasparenza verso il lavoratore su scopi, logiche, dati e misure di controllo. Implicazioni pratiche: aggiornare lettere d’incarico, privacy e policy di studio; tenere un registro interno dell’uso dell’IA per pratica; prevedere supervisione umana e controlli di qualità documentati.

Cosa cambia per liberi professionisti e aziende con la legge italiana sull'IA 2025

Pubblica Amministrazione e giustizia: tracciabilità e responsabilità umana

Nella PA l’IA serve a migliorare efficienza e qualità dei servizi, ma la legge italiana sull’IA 2025 pretende tracciabilità degli impieghi e conoscibilità del funzionamento, con utilizzo in funzione strumentale e di supporto all’attività provvedimentale. La responsabilità delle decisioni resta in capo alla persona fisica. In ambito giudiziario, è sempre riservata al magistrato ogni decisione su interpretazione della legge, valutazione dei fatti e adozione dei provvedimenti; il Ministero della giustizia disciplina gli impieghi per organizzazione dei servizi e attività amministrative e, nella fase transitoria, autorizza sperimentazioni fino alla piena attuazione dell’AI Act. È prevista formazione specifica su IA per magistrati e personale.

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Impatti su studi, PMI e mercato del lavoro

La legge italiana sull’IA 2025 porta effetti immediati su governance e compliance. Gli studi professionali devono integrare informative chiare al cliente, mappare processi e strumenti IA, predisporre controlli di qualità e sorveglianza umana, aggiornare DPIA e misure di sicurezza quando trattano dati sensibili. Le PMI che adottano strumenti generativi dovrebbero introdurre policy interne su addestramento, uso di prompt e gestione degli output sintetici, con versioning e revisione umana. Il tutto dialoga con il calendario dell’AI Act: chi usa modelli di uso generale deve monitorare requisiti UE già attivi per documentazione e mitigazione dei rischi, evitando affidamenti “ciechi” a sistemi non trasparenti. L’approccio risk-based e l’ancoraggio alla responsabilità umana riducono il rischio di contenziosi e di violazioni deontologiche.

Deepfake, text-and-data mining e coordinamento con l’AI Act

La legge italiana sull’IA 2025 inserisce nuove previsioni penali: aggravante comune se il reato è commesso mediante IA, inasprimenti per taluni delitti e un nuovo articolo 612-quater del codice penale che punisce la diffusione illecita di contenuti generati o alterati con IA (immagini, video o voci) con reclusione da uno a cinque anni. Sul fronte del diritto d’autor, si coordina con le eccezioni di text-and-data mining: le estrazioni da opere legittimamente accessibili sono consentite nel rispetto degli articoli 70-ter e 70-quater, mentre la riproduzione o l’estrazione in violazione di tali articoli integra illecito. Al contempo, l’AI Act impone trasparenza nelle interazioni uomo-macchina e sui contenuti sintetici, oltre a requisiti specifici per i modelli di uso generale e i sistemi ad alto rischio.

Cosa fare subito: checklist operativa per i liberi professionisti

Per non farsi travolgere dall’entrata in vigore della legge italiana IA 2025: 1) inserire una clausola di trasparenza sull’uso dell’IA nelle lettere d’incarico; 2) creare un registro delle attività dove si annotano strumento, finalità, dataset di input e revisori umani; 3) aggiornare informative privacy e valutazioni d’impatto quando si trattano dati particolari; 4) definire un flusso di revisione umana per tutti gli output sintetici (testi, immagini, audio); 5) gestire il diritto d’autore prevedendo policy su estrazione di testo e dati e sull’uso di modelli addestrati su contenuti coperti; 6) formare il team su rischi, limiti e responsabilità. Questo allinea pratica quotidiana e adempimenti, riducendo rischi legali e reputazionali.


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