Con l’annuncio del 7 ottobre 2025 Qualcomm acquisisce Arduino e apre un nuovo capitolo per la piattaforma open source nata a Ivrea: il marchio resterà così come gli strumenti e la missione educativa, mentre si innesteranno le tecnologie del colosso statunitense per l’edge AI, l’intelligenza artificiale che gira sul dispositivo senza passare dal cloud. L’operazione, i cui dettagli economici non sono pubblici, richiede le consuete autorizzazioni regolatorie. In parallelo è stata presentata la nuova scheda UNO Q: un “doppio cervello” con processore Qualcomm capace di eseguire Linux e un microcontrollore per i compiti in tempo reale, pensata per progetti che vedono, ascoltano e decidono in locale. In queste pagine spieghiamo cosa cambia davvero, cos’è Arduino con parole semplici, come è nata nel 2005 all’Interaction Design Institute di Ivrea, chi sono le figure chiave e qual è lo stato attuale dell’ecosistema tra scuole, maker e imprese.
Con l’annuncio del 7 ottobre 2025 Qualcomm acquisisce Arduino e cambia la scala del progetto
Il 7 ottobre 2025 le due aziende comunicano un accordo di acquisizione: Arduino entrerà nella “famiglia” di Qualcomm mantenendo nome, strumenti e vocazione open. In concreto, per chi insegna o prototipa nulla si rompe da un giorno all’altro: l’IDE resta quello di sempre, i progetti esistenti continuano a funzionare e la compatibilità con chip di più fornitori viene ribadita nelle note ufficiali. Il valore strategico è il salto di potenza e di librerie per l’AI di bordo, utile per robotica, sensori industriali e dispositivi connessi. La chiusura richiederà i via libera regolatori e, al momento, l’importo non è stato reso pubblico. Nel frattempo l’annuncio è stato accompagnato da una novità tangibile, la scheda UNO Q, che rende evidente la direzione: combinare Linux e controllo in tempo reale su una piattaforma semplice. Questo passaggio segna un’evoluzione più che una rottura, con l’obiettivo di rendere più rapido il percorso dal banco di scuola al prodotto.
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Perché, dal punto di vista industriale, Qualcomm acquisisce Arduino: l’edge AI come ponte tra prototipi e prodotti
Due concetti spiegano il senso dell’operazione. Edge AI: modelli di intelligenza artificiale che girano direttamente sul dispositivo, ideali quando servono risposta immediata, privacy e funzionamento offline. Internet delle Cose (IoT): oggetti connessi che raccolgono dati e agiscono nell’ambiente, dai termostati ai piccoli robot. Arduino ha reso questi mondi accessibili con schede economiche, librerie pronte e una community globale. Qualcomm porta processori con GPU, acceleratori per l’AI e connettività, oltre a un ecosistema software maturo. L’insieme può accorciare i tempi: si parte da un prototipo didattico e si arriva più in fretta a un prodotto industriale. Analisi e cronache internazionali sottolineano anche la coerenza con la strategia di Qualcomm oltre lo smartphone, inclusi settori come automazione e robotica. La promessa da verificare è la neutralità verso chip non Qualcomm, ribadita nelle comunicazioni: se mantenuta, l’operazione potrà rafforzare l’ecosistema senza chiuderlo.

Cos’è Arduino e come funziona, spiegato semplice
Arduino è una famiglia di schede con un microcontrollore, cioè un piccolo “cervello” che esegue istruzioni una dopo l’altra, e connettori (pin) a cui collegare sensori, luci e motori. Si programma con un ambiente gratuito chiamato IDE, usando un linguaggio simile al C ma semplificato. Esempio alla portata di un dodicenne: collego un sensore di luce e un LED; scrivo poche righe così il LED si accende quando la stanza è buia. Un altro esempio: uso un sensore di temperatura per attivare una ventola sopra i 28 °C. Arduino è open source: i progetti delle schede e il software sono pubblici e riutilizzabili; il marchio “Arduino”, invece, identifica i prodotti ufficiali. Rispetto a un mini-computer come Raspberry Pi, un Arduino classico è meno potente ma più semplice, preciso nel “tempo reale” e a basso consumo, quindi ottimo per imparare e per controlli affidabili. Questa combinazione ha reso Arduino popolare in scuole, fab-lab e aziende.

Dalle aule di Ivrea al mondo: la storia, le figure chiave e cosa resta dell’identità
Arduino nasce nel 2005 all’Interaction Design Institute Ivrea per offrire agli studenti uno strumento economico con cui creare oggetti interattivi. Tra i protagonisti: Massimo Banzi, David Cuartielles, David Mellis, Tom Igoe e Gianluca Martino; il progetto “Wiring” di Hernando Barragán ha influenzato linguaggio e approccio. Il nome “Arduino” viene da un bar di Ivrea dove il gruppo si riuniva. Negli anni l’ecosistema cresce grazie a guide, esempi e librerie condivise, e supera anche passaggi delicati di governance senza perdere la community. Oggi, con l’accordo che porta Arduino in Qualcomm, il tema non è “snaturare” ma conservare apertura, semplicità e documentazione, che sono il suo capitale sociale.
Stato attuale: l’arrivo di UNO Q, perché spinge l’AI di bordo e come si usa
UNO Q è una scheda “a doppio cervello”: da un lato c’è un processore Qualcomm Dragonwing QRB2210 che può eseguire Linux Debian e modelli di AI leggeri per visione e suono; dall’altro un microcontrollore STM32 che governa con precisione motori, relè e sensori. Insieme debutta App Lab, un ambiente che unifica sviluppo su Linux, Python e mondo real-time. Tradotto in pratica: un piccolo robot può riconoscere un oggetto con la camera in locale e muovere i servomotori con tempi stretti, tutto su una scheda compatta. Secondo le schede prodotto e le prime recensioni, il prezzo di lancio parte da 44 dollari con variantI di memoria; i preordini sono aperti con spedizioni indicate tra fine ottobre e novembre 2025 a seconda della configurazione. Per chi arriva dall’Arduino “classico”, la curva d’ingresso resta morbida, perché si possono affiancare sketch e applicazioni Linux nello stesso progetto.
Impatti in Italia: cosa cambia in classe, nei fab-lab e nelle PMI quando Qualcomm acquisisce Arduino
Nel breve periodo la notizia che Qualcomm acquisisce Arduino non produrrà conseguenze tangibili per gli utenti e resta continuità: corsi e progetti esistenti non richiedono riscritture e l’IDE resta quello noto. Nel medio periodo possono arrivare benefici concreti: più documentazione, kit didattici aggiornati all’AI di bordo, tool migliori per il passaggio dal prototipo al prodotto e una filiera di moduli radio più semplice da certificare. Per fab-lab e maker significa accedere a hardware più potente senza perdere la familiarità dell’ecosistema Arduino. Per le PMI italiane, l’innesto nell’ecosistema Qualcomm può accelerare soluzioni di visione industriale, manutenzione predittiva e automazione leggera. I punti da osservare sono tre: prezzi e disponibilità, reale neutralità verso chip non Qualcomm, e qualità del supporto. Le principali testate italiane e internazionali convergono sul fatto che il marchio e l’apertura restino pilastri dichiarati dell’accordo, con la verifica affidata all’uso quotidiano nei prossimi mesi. ANSA.it+2HDBlog+2