Il cielo stellato è romantico e affascinante. Stelle, pianeti, comete, nebulese..c’è molto da vedere ad occhio nudo o con strumenti più o meno amatoriali. Fra gli appassionati di astronomia ci sono poi persone che amano fotografare la volta celeste. Sono i così detto astrofotografi che con telescopi amatoriali o tecnologia più professionale, scrutano il cielo dando la caccia allo scatto perfetto. Ogni giorno la NASA (l’agenzia spaziale statunitense) pubblica lo scatto più affascinante e suggestivo. Per quattordice volte la “Foto del giorno” della NASA è stata di un astrofotografo italiano: Rolando Ligustri.
Rolando Ligustr per quattordici volte “Foto del giorno” NASA. L’astrofotografo italiano che immortala l’infinito
Fotografare le stelle può sembrare semplice ma non lo è. Per immortalare il cielo stellato e i corpi celesti che popolano l’universo serve avere pazienza, esperienza e una buona attrezzatura (non basta un cellulare!). Ogni giorno la NASA pubblica lo scatto più rappresentativo e affascinante delle ultime 24 ore e La foto del giorno che la NASA ha scelto per il 10 settembre 2021 è, per la quattoridicesima volta, dell’italiano Roberto Ligustri, appassonato di astronomia e fotografia, che da decenni scruta lo spazio infinito alla ricerca dello scatto perfetto.
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Potete vedere tutti le foto del giorno pubblicate dalla NASA e scattate dall’astrofotografo italiano a questo indirizzo. L’ultima, in ordine cronologico è quella della cometa Rosetta in avvicinamento alla nostra stella. Lo scatto è stato realizzato grazie ad un telescopio in Nuovo Messico (un così detto telescopio remoto).
Dal 1973 Ligustri scruto il cielo alla ricerca dello scatto perfetto
Roberto Ligustri è un programmatore appassionato di fotografia. Da molti decenni la sua passione è scrutare il cielo alla ricerca dello scatto perfetto. Sul sito dell’Unione Astrofotografi Itliani (UAI) così si racconta:
“Ho iniziato ad osservare il Cielo nel lontanissimo 1973 ma il vero grande amore è sbocciato con il passaggio della cometa di Halley nel 1986, Questa cometa è stata la prima che ho seguito fotograficamente.
Poi negli anni ho iniziato ad affinare la tecnica di ripresa (senza mai dimenticare il “lavoro” scientifico insieme al CARA – Archivio Cometario per Afrho – così che usando il telescopio del Circolo Astrofili di Talmassons sono riuscito ad inanellare i miei primi APOD.
Poi ho scoperto il “meraviglioso” mondo dei telescopi remoti e con quelli e migliorando ancora la tecnica (in particolare cercando la bellezza nella foto, non solo del soggetto) sono riuscito piano piano ad arrivare all’attuale traguardo di 14 APOD, che mi rende felice, perchè è sempre un piacere vedere la propria immagine presente su questa prestigiosa pagina e poi perché non nascondo che le comete sono i soggetti che io amo di più.”