L’intelligenza artificiale promette di migliorare significativamente l’efficienza delle nostre tecnologie. Ogni giorno, le applicazioni che usiamo per comunicare, disegnare o lavorare in ufficio sfruttano algoritmi basati sul machine learning per portare a termine operazioni complesse. L’ESA (l’Ente Spaziale Europeo) ha lanciato in orbita lo scorso 2 settembre un satellite, per così dire, intelligente che è in grado di rimuovere automaticamente le fotografie scattate alla terra nel caso queste siano inutilizzabili o inutili da elaborare.
Scartare a priori immagini inutili da elaborare permette di risparmiare soldi, tempo ed energia
Ma di cosa stiamo parlando esattamente e cosa c’entra un satellite con l’intelligenza artificiale? I satelliti che ogni giorno orbitano intorno alla terra (sopra le nostre teste) svolgono le funzioni più disparate: ci permettono di comunicare (telecomunicazioni); esplorano l’universo scattando fotografie utili alla scienza per sondare i misteri del cosmo (telescopi); inviano immagini dettagliate del nostro pianeta per fornire ai meteorologi e agli studiosi dati utili da analizzare. Le comunicazioni fra i satelliti e il pianeta terra avvengono – semplificando molto – un po’ come quando ci connettiamo ad internet ovvero attraverso una trasmissione di dati. Le fotografie scattate richiedono molte risorse (in termini di energia e banda dati utilizzate) per essere trasmesse ai vari punti di raccolta sulla terra. Scartare a priori dati inutili da analizzare permetterebbe di risparmiare soldi, tempo ed energia. È qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale di cui è dotato il satellite lanciato in orbita a settembre dall’ESA.
Potrebbe interessarti anche
La partnership fra ESA e Intel ha dotato un satellite dell’intelligenza artificiale grazie al chip PhiSat-1
La tecnologia mandata in orbita a settembre non è rivoluzionaria di per sé. Il chip utilizzato è stato sviluppato da intel (PhiSat-1) ed è già presente su molti dispositivo di uso comune (come le fotocamere montate sui comuni smartphone). Il costo è irrisorio (circa 99$) ma permette di fotografare il nostro pianeta in modo intelligente. Circa il 66% della terra è infatti spesso coperto da nuvole e le immagini immortalate dai satelliti sono inutilizzabili per un’analisi di qualsiasi natura. L’intelligenza artificiale portata in dote dal chip Intel al satellite ESA permetterà di scartare in automatico tutte le fotografie che il computer riterrà essere inutili con un conseguente risparmi di banda e di energia. Così Intel spiega l’utilizzo della nuova tecnologia:
“Inviando solo pixel utili, il satellite ora migliorerà l’utilizzo della larghezza di banda e ridurrà significativamente i costi aggregati di downlink”, per non parlare del risparmio di tempo degli scienziati sul campo. Guardando al futuro, gli utilizzi di satelliti a basso costo e potenziati dall’intelligenza artificiale sono innumerevoli, in particolare quando si aggiunge la possibilità di eseguire più applicazioni.”
La sfida: “qualunque cosa contenga del silicio è disturbata dalle radiazioni ionizzanti”
Se il chip PhiSat-1 di Intel di per sé non è rivoluzionario il suo utilizzo fuori dall’atmosfera terrestre pone sfide e problematiche che gli ingegneri impegnati nel progetto hanno dovuto raccogliere e risolvere. L’ambiente extraterrestre è infatti ostile: le radiazioni e le elevate temperature impediscono di portare a termine operazioni che sulla terra sono semplici e comuni. Gianluca Furano di ESA ha dichiarato in un’intervista a Business Insider:
“Utilizzare l’IA in un’applicazione critica per i dati non è semplice nemmeno sulla Terra. Far volare un chip basato sull’intelligenza artificiale come quello a bordo di PhiSat-1, ad un altezza di 329 miglia sopra il pianeta, significa che qualsiasi riparazione, patch software o aggiornamento sarà molto più difficile. […] Qualunque cosa contenga del silicio è disturbata dalle radiazioni ionizzanti. Ciò significa che i chip dei computer che funzionerebbero perfettamente sulla Terra avrebbero tassi di errore incredibilmente alti e potrebbero persino prendere fuoco se inviati nello spazio senza schermatura o modifiche.”