Il 5 ottobre 2025 si celebra la Giornata mondiale degli insegnanti, ricorrenza istituita nel 1994 e promossa congiuntamente da UNESCO, ILO, UNICEF ed Education International. Quest’anno il tema ufficiale è “Recasting teaching as a collaborative profession”, con l’idea di rendere la collaborazione tra docenti una componente strutturale del lavoro a scuola. La celebrazione istituzionale di apertura si svolge dall’1 al 3 ottobre ad Addis Abeba, all’interno della Pan-African Conference on Teacher Education (PACTED) dell’Unione Africana. Sullo sfondo c’è una stima netta: per garantire l’istruzione di base universale entro il 2030 servono 44 milioni di insegnanti in più. In Italia l’a.s. 2025/2026 è partito con 41.901 nuove immissioni in ruolo comunicate dal Ministero.
Che cos’è e da dove nasce la Giornata mondiale degli insegnanti
Si celebra ogni anno il 5 ottobre per ricordare l’adozione, proprio il 5 ottobre 1966, della Raccomandazione ILO/UNESCO sullo status degli insegnanti, che fissa standard internazionali su diritti, doveri, formazione e condizioni di lavoro dei docenti. Nel 1997 una seconda Raccomandazione ha esteso il quadro al personale dell’istruzione terziaria. Il perimetro non è simbolico: è il riferimento con cui i Paesi orientano politiche su reclutamento e sviluppo professionale.
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Il tema 2025: “l’insegnamento come professione collaborativa”
La Giornata mondiale degli insegnanti 2025 sottolinea che la qualità dell’insegnamento migliora quando la collaborazione è resa esplicita e organizzata: co-progettazione, mentoring dei neoassunti, osservazioni tra pari, comunità di pratica e leadership distribuita. La concept note UNESCO spiega che il focus non è una “raccomandazione generica”, ma la richiesta di tempi, strumenti e responsabilità condivise per far funzionare davvero il lavoro collegiale.

Giornata mondiale degli insegnanti 2025: dove si apre la celebrazione istituzionale
L’avvio delle iniziative internazionali per celebrare la Giornata mondiale degli insegnanti 2025 avviene ad Addis Abeba dall’1 al 3 ottobre con PACTED 2025, conferenza organizzata dall’Unione Africana dedicata alla formazione degli insegnanti. La scelta della sede è coerente con le priorità del continente su formazione iniziale, aggiornamento continuo e retention. Il 5 ottobre resta la data della ricorrenza globale.
I numeri: 44 milioni di insegnanti entro il 2030
Il Global Report on Teachers diffuso da UNESCO/Teacher Task Force nel 2025 quantifica in 44 milioni i docenti aggiuntivi necessari tra primaria e secondaria per raggiungere l’istruzione universale entro il 2030. La carenza è più forte nell’Africa subsahariana, ma riguarda anche Paesi ad alto reddito, dove pesano attrattività in calo, uscite dalla professione e invecchiamento della forza lavoro.
L’Italia all’avvio del 2025/2026
Secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, entro settembre 41.901 docenti sono entrati in ruolo per l’a.s. 2025/2026, pari al 76,8% dei posti disponibili. Resta il capitolo supplenze e la variabilità territoriale, in particolare sul sostegno. I numeri fotografano uno sforzo di stabilizzazione, ma lasciano aperto il tema organizzativo: quanto tempo e quali strumenti hanno le scuole per rendere la collaborazione parte stabile dell’orario di lavoro?

Cosa accade il 5 ottobre
La Giornata mondiale degli insegnanti viene normalmente accompagnata da eventi pubblici, lezioni aperte e seminari promossi da scuole, atenei e istituzioni. Nel 2025 le linee guida dei promotori insistono su attività che rendano visibili pratiche collaborative e il ruolo professionale dei docenti, in continuità con la cornice delle Raccomandazioni del 1966 e del 1997.
Perché la collaborazione è al centro della Giornata mondiale degli insegnanti 2025
L’UNESCO lega il tema 2025 a due esigenze concrete: migliorare l’apprendimento degli studenti e trattenere più insegnanti nella professione. Lavorare in team, avere tutoraggio nei primi anni e tempo riconosciuto per la co-progettazione sono elementi correlati a risultati migliori e a minori abbandoni dalla carriera docente. È qui che la ricorrenza prova a incidere, oltre la retorica dell’“onorare i docenti”.