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Il Parlamento reintroduce la festa San Francesco dal 2026: cosa prevede la legge e cosa cambia

Pubblicato da Fabio Ambrosi il 04/10/2025 - 14:24
Festa di San Francesco il 4 ottobre. Dal 2026 festa nazionale

L’Italia ha approvato la reintroduzione del 4 ottobre come festa nazionale, in onore di San Francesco d’Assisi, a partire dal 2026, anno dell’ottavo centenario della sua morte. La Camera ha votato il 23 settembre 2025 il via libera definitivo è arrivato in sede deliberante dalla Commissione Affari costituzionali del Senato l’1 ottobre 2025. La misura ripristina una ricorrenza abolita nel 1977 durante un giro di austerità e stimata in circa 10,7 milioni di euro annui per straordinari e indennità nei servizi essenziali, con impatto macroeconomico atteso modesto. La prima ricorrenza “utile” cadrà di domenica (4 ottobre 2026); il primo giorno non lavorativo effettivo sarà quindi nel 2027. La nuova festa si affianca alle celebrazioni civili già previste dal 2005 (“giornata della pace, della fraternità e del dialogo”) e potrà attivare iniziative locali, scolastiche e culturali collegate al centenario e al terzo settore.

Cosa è stato deciso e da quando entra in vigore la festa San Francesco d’Assisi

Il provvedimento istituisce il 4 ottobre come festa nazionale con effetti sul calendario del lavoro pubblico e privato e sul calendario scolastico, a partire dal 2026. L’iter: prima lettura alla Camera il 23 settembre 2025 (247 favorevoli, 8 astenuti, 2 contrari), quindi approvazione definitiva l’1 ottobre 2025 in sede deliberante alla Commissione Affari costituzionali del Senato. La legge va in Gazzetta e produce effetti dal 2026, in coincidenza con l’ottavo centenario (1226–2026). Poiché il 4 ottobre 2026 è domenica, il primo “giorno off” cadrà nel 2027. Le amministrazioni potranno organizzare cerimonie e celebrazioni, con scuole e uffici pubblici chiusi come per le altre festività nazionali.

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Perché la festa San Francesco era stata abolita e come si è evoluta

La festa nazionale del 4 ottobre era stata istituita nel 1958, quando una legge dedicata riconobbe la “ricorrenza festiva del 4 ottobre in onore dei Patroni speciali d’Italia San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena”. Nel 1977, con la legge n. 54 del 5 marzo, il legislatore soppresse alcune festività agli effetti civili per ragioni di produttività, tra cui il 4 ottobre. Nel 2005, il Parlamento ha poi aggiornato il quadro: il 4 ottobre è stato dichiarato anche “giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”, mantenendo una forte valenza civile ed educativa, specialmente nelle scuole. La reintroduzione come giorno festivo nel 2026 chiude il cerchio storico, riallineando il calendario al patronato nazionale.

Il Parlamento reintroduce la festa di San Francesco dal 4 ottobre 2026
Il Parlamento reintroduce la festa di San Francesco dal 4 ottobre 2026

Chi era San Francesco d’Assisi e perché la festa San Francesco ha un peso identitario

Francesco d’Assisi (1181/1182–1226) è il fondatore dell’Ordine dei Frati Minori ed è tra i santi più venerati della cristianità, simbolo di povertà evangelica, fraternità e cura del creato. È stato canonizzato nel 1228 e proclamato Patrono primario d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena nel 1939. La scelta di riportare nel calendario civile la sua memoria va oltre la dimensione religiosa: intercetta un patrimonio culturale nazionale e un immaginario condiviso di pace e coesione. Anche per questo, nel 2026 è previsto un ampio programma di iniziative del Comitato nazionale per l’VIII centenario, tra mostre, ricerche e attività divulgative.

Effetti pratici: lavoro, scuola, PA e turismo

Sul piano pratico la reintroduzione della festa nazionale in onore di San Francesco d’Assisi 6 comporterà chiusura di scuole e uffici pubblici, salvo servizi essenziali. Per questi ultimi, la relazione tecnica della Camera ha previsto maggiorazioni e straordinari stimati in circa 10,684 milioni di euro annui, di cui circa 8,8 milioni al comparto sanitario e 1,9 milioni alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco. Le analisi giornalistiche convergono su un impatto macro limitato, in linea con letteratura e confronti europei, mentre l’effetto atteso maggiore è culturale e turistico, soprattutto per Assisi e l’Umbria nel contesto del centenario. Per il mondo della scuola, la giornata riprende la cornice civica già in uso dal 2005 e potrà essere inserita nei piani delle attività didattiche e di educazione civica.

Storia, calendario e significato

Rimettere il 4 ottobre tra le feste nazionali riannoda tre fili: la tradizione del 1958, il taglio del 1977 e la valenza civile del 2005. Nel calendario italiano la nuova giornata si aggiunge alle altre ricorrenze nazionali, senza strappi: la prima osservanza sarà nel 2026 ma cade di domenica, quindi l’impatto sul lavoro si vedrà dal 2027. Per istituzioni locali, terzo settore e mondo francescano si aprono spazi di progettazione culturale, anche in chiave turistica e di educazione civica. In un Paese che discute spesso di identità e produttività, questa scelta tenta un equilibrio pragmatico: costi contenuti e un investimento simbolico su pace, fraternità e dialogo, valori storicamente legati alla figura del Santo di Assisi


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